mercoledì 13 aprile 2011

Salto nel passato #1 - "Genovatune" intervista i Verdena. (2007)

Avete mai pensato d’allestire un set acustico, ad esempio a teatro, ma non necessariamente? Insomma allestire un set acustico integrale, privo di contaminazioni elettriche? O è lontano dalla dimensione Verdena? 

A: Si ci ho pensato. 

In effetti, a parte quel live acoustic @ Kataweb non l’avete mai realizzato?

A: No, non l’abbiamo mai realizzato, però sì: ci ho pensato.

Ed avete in mente di realizzarlo? 

A: Per adesso non ne abbiamo mai parlato, però io ci ho pensato. 

Non ne avete parlato perché è distante dalle possibilità gestionali?

A: Beh non sarebbe male come cosa. Bisogna ancora capire come fare a realizzarla, magari non adesso, più in là nel futuro. Non sarebbe male alternare date da acustiche ad elettriche. 

Prima di passare a qualche domanda su Requiem, il vostro ultimo lavoro, è doverosa una domanda sul gruppo. Prima eravate in tre, poi con il terzo disco (Il suicidio dei Samurai, n.d.r.) si è unito a voi Fidel ed ora siete di nuovo in tre. Tutto quello che avevate composto in precedenza, con l’arrivo di Fidel ha dovuto essere riarrangiate. Ora che non c’è più Fidel, le vecchie canzoni, sono ritornate indietro, hanno subito un’evoluzione? Se si, in quale direzione? 

R: In realtà non è che le abbiamo tanto riarrangiate con l’arrivo di Fidel: le tastiere nei dischi noi le abbiamo sempre messe. Nel secondo disco abbiamo messo talmente tante tastiere che sentivamo il bisogno di avere una persona dal vivo che suonasse quelle parti di tastiera. Quando è arrivato Fidel, con lui ci siamo trovati talmente bene che abbiamo deciso di farlo entrare dentro il gruppo. Il suicidio dei Samurai è stato scritto proprio con lui, infatti lui c’era nella tiratura dei pezzi. Ovviamente rifare alcuni pezzi è un po’ difficile: si sente che sono più scerni. Però alla fine ce la si può fare. 

Fidel sta bene? 

R: Sta bene, insegna pianoforte ai bambini. 

Ho sentito che era andato in Africa, è vero o è una stronzata? 

A: E’ una stronzata! 

Veniamo al vostro ultimo album: Requiem. Perché questo titolo? Che cosa significa? 

A: Riposo. Liberazione. 

Come mai la scelta di chiamare così un album? 

R: Ci piaceva, ci piaceva la parola in se. Non tanto per il significato in se. E’ una parola internazionale. 

Come vi relazionate a tutto il resto: a tutto quello che non è Verdena? La tivù, il sabato sera, le questioni internazionali…come le gestite? Siete fuori, siete lontani, oppure vicini, parenti?

A: Al sabato sera suoniamo sempre, infatti oggi è sabato sera. Nella settimana il telegiornale lo guardo, anche loro: ci interessiamo al mondo intorno. Diciamo che guardiamo il peggioramento. L’autodistruzione. 

Non entrate mai nel merito, ad esempio, della politica? 


A: Sì alle volte quando si vede il telegiornale, ti scappa il momento di coinvolgimento, però sono cose che capitano sempre: c’è un problema che ti fa arrabbiare e poi non si risolve mai. Poi guardo un sacco di cinema. Guardo di tutto. Ieri sera ho visto tre film ad esempio. 

Uno di seguito all’altro? 

A: Sì. 

So che non ti piace tanto parlare dei testi perché sono una cosa un po’ delicata, nel senso che ognuno ci vede un po’ quello che vuole. C’è da ammettere però che in Requiem si sente ricorrente la parola Dio. Cos’è Dio, perché Dio in mezzo alle canzoni? 

A: Innanzi tutto è una parola con due vocali attaccate e questo le dà un suono particolare. Ce ne sono pochissime di parole italiane così. Come tipo di suono è molto semplice da mettere in un testo. In più da questo senso di larghezza. Penso sempre all’impero romano, a quelle costruzioni mega apocalittiche. Non c’entra la questione religiosa, anche perché non credo in Dio, quello propriamente detto. Non lo scrivo mai con intenzioni religiose, ma con intenzioni sonore. 

Requiem è l’unico disco che non è stato anticipato da un Ep, eppure voi avevate questa peculiarità, tanto quasi si aspettava più l’Ep che il disco perché forse è lì che siete più voi, più autentici. Come mai questa volta è uscito solo il disco senza nulla che lo precedesse? 

A: Anche secondo noi sugli Ep c’era sempre la roba migliore. Secondo me è così, sugli Ep c’è la parte più libera. Secondo me Requiem è l’ìinsieme degli Ep che abbiamo dovuto fare. Metteremo il vero disco sugli Ep. Uscirà un Ep anche per questo disco. 

Se una persona non vi conoscesse quale dei vostri album gli consigliereste di ascoltare per scoprire la dimensione Verdena? 

A: Sono album così diversi! Però penso che Requiem sia un agglomerato dei tre dischi precedenti, ma in versione molto più nervosa. 



www.genovatune.net



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